Infortuni stradali: chi paga se a causarli sono i ciclisti?

In Italia continua a crescere il numero di chi sceglie di spostarsi utilizzando la bicicletta, per ragioni ambientali, salutari, economiche o per semplice passione. Solo nelle strade della Capitale nel 2013 si sono contati oltre 170 mila bikers, decuplicati rispetto al 2010.
L’utilizzo della bicicletta non è soggetto ad alcun obbligo o limitazione, fatta eccezione per alcune accortezze volte a garantire la sicurezza del conducente, né necessario il conseguimento di patenti, e negli ultimi anni è stato registrato un numero crescente di incidenti causati da ciclisti a causa della loro non osservanza (o non conoscenza) delle norme del codice stradale.
Ad esempio, a Milano su un totale di 819 incidenti ben 15 (0,6%) sono stati causati da una bicicletta, contro i 5 causati da bus/tram. L’Osservatorio Utenze Deboli ha reso noto che negli ultimi dieci anni la media degli incidenti che hanno coinvolto ciclisti e pedoni è stata di circa 180 incidenti all’anno su tutto il territorio nazionale, con circa 2-3 decessi ogni anno.
Questi comportamenti hanno reso la categoria invisa agli automobilisti, anche alla luce della non obbligatorietà per i ciclisti a sottoscrivere polizze assicurative. Da una recente indagine è emerso il 58% degli automobilisti intervistati lamenta la mancanza di attenzione nell’immettersi nelle strade, il 44% degli intervistati fa notare che rari sono i ciclisti che usano segnalatori luminosi o sono almeno muniti di catarifrangente durante le ore notturne, infine il 40% punta il dito sul loro cambio improvviso di direzione senza segnalazione alcuna.
“Quello dei ciclisti indisciplinati è divenuto un problema serio in molte città italiane dove la percentuale di chi sceglie questo mezzo è molto alta. – Ha commentato Luigi Cipriano di Aneis – Mi è capitato di trattare danni subiti da pedoni urtati da ciclisti che transitavano irregolarmente sui marciapiedi, o di seguire casi in cui i ciclisti sono stati causa di incidenti e tamponamenti tra automobili. Fermo restando che chiunque causi danni a cose o persone è tenuto al risarcimento, ex art. 2043 del Codice Civile, credo che sia opportuna una maggiore diffusione della cultura civica, magari proprio a partire dalle scuole, e per chi utilizza la bici suggerirei un’adeguata polizza assicurativa. Sebbene questa prospettiva possa sembrare surreale nel nostro Paese, in altri, come ad esempio la Svizzera, le assicurazioni per i ciclisti sono già obbligatorie.”